POLLINI IN PRIMO PIANO - Scheda pollini: graminacee
CLICCA SULLE FAMIGLIE E GENERI |
dettaglio scheda polline: |
Tipo:Pollini |
Famiglia:Graminacee |
Genere:graminacee |
|
LA PIANTA
La famiglia delle Graminaceae è la più diffusa sul nostro pianeta. Comprende più di 100 generi per un totale di circa 8000 specie. Le piante spontanee sono diffuse dalle coste alle pianure e fino alla fascia alpina. Caratterizzano ambienti naturali particolari, quali la savana, la steppa e la prateria. Le forme coltivate rivestono da millenni un ruolo di primo piano nell’alimentazione umana ed in zootecnia.
Le foglie, lineari e parallelinervie, presentano una parte inferiore avvolta attorno al fusto, cilindrico e cavo, ed una superiore libera. Tra le due si evidenzia una caratteristica parte membranosa detta ligula.
I fiori, generalmente ermafroditi, sono raccolti in semplici infiorescenze (spighette). I frutti sono cariossidi. L’impollinazione è anemofila e la fioritura coincide sostanzialmente con i periodi primaverile ed estivo. Alcune specie possono però fiorire negli altri periodi dell’anno.
Si possono ricordare alcuni generi che crescono spontaneamente nei prati, nei terreni incolti e nelle aree ruderali : Avena, Dactilys, Festuca, Hordeum, Lolium e Poa.
IL POLLINE
I pollini delle Graminaceae si rinvengono da aprile a settembre.
Al microscopio ottico appaiono monoporati, eteropolari, sferoidali-ovoidali. Il poro presenta un annulus, dovuto all’ispessimento della sexina , ed è caratteristicamente opercolato.
Dimensioni medio-grandi (25-40 µm). Alcune forme coltivate, come il mais, presentano pollini molto grandi, superiori anche ai 50 µm. |
ALLERGIA AL POLLINE DELLE GRAMINACEE
I pollini delle graminacee rappresentano una delle principali cause di allergia in tutto il mondo. La famiglia delle graminacee è la specie botanica più diffusa, a cui appartengono più di 9000 specie, alcune coltivate (granoturco, frumento, avena, segale, orzo, etc), altre a crescita spontanea nei prati, pascoli, terreni coltivati o incolti. Solo una piccola parte delle specie, però, riveste una importanza sul piano allergologico e fra queste le principali sono il logliarello (Lolium perenne), l’erba mazzolina (Dactylis glomerata), l’erba codolina (Phleum pratense), il paleo o festuca dei prati (Festuca pratensis), la fienarola dei prati (Poa pratensis), la bambagiona (Holcus lanatus), l’erba canina (Cynodon dactylon). Le pollinosi da piante coltivate sono decisamente meno frequenti, causa la minore dispersione dei pollini, e di solito sono legate a motivi professionali (es. allergia al granoturco).
Esiste una notevole reattività crociata fra le diverse specie dal momento che le principali molecole responsabili della reazione allergica sono presenti nella maggior parte delle specie.
L’allergia alle graminacee è presente in tutte le parti del mondo, anche se con prevalenza diversa da regione a regione. In Italia nelle regioni settentrionali rappresenta da sola il 50-60% delle pollinosi, mentre nelle regioni meridionali il 30-40%. La maggior parte delle specie rilasciano i pollini in grande abbondanza e in un breve periodo di tempo, e questo spiega perché di solito chi ha allergia alle graminacee manifesta una sintomatologia con picchi di intensità di 2-3 settimane. Il periodo di impollinazione, con qualche piccola differenza tra le specie, inizia ad aprile, raggiunge la massima intensità nel mese di maggio e poi va a decrescere. Una ripresa della fioritura, di minore intensità rispetto a quella primaverile, avviene di solito fra fine estate ed inizio autunno e ciò giustifica una blanda ripresa dei sintomi in alcuni soggetti affetti da tale allergia.
Sul piano clinico, analogamente alle altre pollinosi, i sintomi sono prevalentemente a carico delle vie respiratorie (oculorinite a asma). Oltre alla terapia sintomatica con anti-istaminici e spay cortisonici, esistono diversi preparati per immunoterapia, con risultati ottimali soprattutto se la stessa è iniziata precocemente. |
|